Via Francigena. Giorno 2 – da Echevennox a Povil

Avremmo voluto partire presto, ma la proprietaria dell’ostello ieri ci aveva dato la disponibilità alle 7.00 per la colazione, così eccoci qui, con Roberto e Silvia, e davanti a noi marmellate fate in casa e pane. Ridiamo e scherziamo, il clima da cammino inizia finalmente a farsi sentire. L’amica della mia ragazza accusa già qualche problemino, infatti questa mattina parte con i sandali. La mia ragazza invece sembra in forma ed anche io lo sono. Quando prendiamo a camminare mi allontano un pochino per restare solo e godermi un po’ il sentiero nel bosco.

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La pace che ci accompagna è qualcosa di indescrivibile, il silenzio, il canto dei passeri sugli alberi, il suono dell’acqua che scorre nel canale. Sembra di camminare in un dipinto, le nuvole che si alzano dalla valle le fanno persino assumere un’aria misteriosa, chissà che ci aspetta oltre quelle nuvole bassissime. Oggi non sappiamo dove arrivare, così penso che decideremo una volta arrivati dopo Aosta, giusto per mantenere quel clima di suspence. Roberto e Silvia sono rimasti un po’ più indietro e ci raggiungono a Gignod dove ci fermiamo per la seconda colazione. Il bar dove ci sediamo è pieno di gente che parla il francese, ma non saprei dire se siano svizzeri o transalpini, alcuni di loro chiedono dove siamo diretti e quando rispondo loro che andiamo a Roma, un fragoroso “Bravò” arriva dal loro tavolo. Ne approfittiamo per fare una piccola spesa, di modo da non doverci fermare ancora ad Aosta. una volta giunti in città, seduti su una panchina del centro, ci gustiamo il pranzo. Alla partenza la amica dela mía ragazza accusa una strana stanchezza ed è molto rossa in viso, il sole non perdona. Anche la mia compagna è paonazza, ma resiste un po’ di più, meno male che indosso il cappello perché oggi il sole scotta davvero. Uscendo da Aosta incontriamo anche i primi segnali ufficiali della Via Francigena.
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La strada che seguiamo sale fino al castello di Quart per poi scendere a Povil. Il cielo nel frattempo si è ingrigito, sono le 15.30 e proviamo a chiamare qualche bed&breakfast per capire che disponibilità hanno. Incredibilmente troviamo tutto occupato. Situazione disperata, non abbiamo un posto per la notte e nemmeno una tenda per arrangiarci. Ecco che dalle case lì accanto, arriva Manuela, una signora squisita la quale ci propone di dormire a casa sua, visto che sua figlia sarà sola, in quanto lei lavora. Siamo colpiti da tanta gentilezza e non possiamo far altro che accettare. In casa ci presenta Martina (la figlia) che, una volta fatti accomodare, ci versa del the verde per dissetarci e poi parte un racconto delle esperienze di tutti. Lei ha studiato in Francia e ci racconta di come sia diversa la scuola superiore d’oltralpe, più simile all’università italiana. Mentre noi le raccontiamo le nostre fatiche di giornata. Dopo una bella doccia, ci sediamo a tavola a mangiare un piatto di pasta che Martina gentilmente ci ha preparato. Sono un po’ imbarazzato, alle volte a ricevere così tanto, sembra poi di disturbare, non siamo abituati ad atti di gentilezza disinteressata e quando accadono, rimaniamo disarmati. La serata procede tra sorrisi e battute, fino a che le due ragazzr crollano sul divano letto. Io rimango sveglio a parlare con Martina e Manuela, che nel frattempo è tornata dal lavoro, e Adriano il ragazzo di Martina. Sono delle persone semplici, hanno negli occhi la scintilla che genera i sogni, sogni che vorrebbero realizzare con grande caparbietà. Mi piace avere a che fare con persone così mi fa sentire vivo. Ora è meglio che dorma, altrimenti domani chi si alza? Ore 00.25 cado nel saccolenzuolo.

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