Via Francigena. Giorno 37 – da Montefiascone a Viterbo

Questa mattina quando ci siamo svegliati il cielo era fatto di tante sfumature rosa che sembrava essere stato dipinto da un pittore divino. Franco era già in piedi e con il suo sorriso dava il buongiorno a tutti. Immacolata già in movimento, tra il caffè e la pentola del latte. Donatella invece si stava preparando a partire. Tutto è stato rapido.

Appena dopo il caffè è stato il momento di salutare Donatella, non capisco perché, ma avevo un magone dentro, fortissimo. Quando mi ha stretto a sé quasi mi sono commosso. Eppure l’ho incontrata ieri per la prima volta. Che casino questi trova e lascia in pochi giorni. Quando è giunto il nostro momento di partire, anche se sapevo a che giornata saremmo andati incontro, ammetto che la mia voglia di mettermi in cammino era quasi pari a zero. Salutare chi ti ha dato così tanto in poco tempo senza nemmeno il tempo di contraccambiare è come scappare. Ma il cammino è anche questo. In qualche modo mi sdebiterò ragazzi, il cuore batte ancora forte mentre scrivo e penso a voi.20160903_083103 Anche Ilaria, Laura e Andrea hanno avuto la mia stessa sensazione, non importa se non ne abbiamo parlato, ne sono sicuro. Meno 5, con la giornata di oggi. Solo cinque giorni e saremo a Roma. Ma sarà una giornata speciale, lo si sente già nell’aria, oggi è il 3 settembre e a Viterbo è Santa Rosa. La tappa poi è stata come una passeggiata per noi che camminiamo ormai da più di un mese, intervallata da una piacevole sosta alle terme del Bagnaccio. Due ore di sentieri nei campi iniziati camminando sulla vecchia Cassia fatta di basolato antico. Conoscenze nuove di persone che viaggiano per il mondo e, anche se fino a poco tempo fa non lo pensavo, anche il nostro paese è meta per i viaggiatori con pochi soldi in tasca, che si accontentano di mangiare ciò che viene offerto loro, che ancora viaggiano in treno sena avere il biglietto, come facevo quando ero più giovane. Proprio alle terme conosciamo Sol e due ragazze tedesche che si trovano da queste parti diretti al Rainbow Festival, una festa nei boschi dove non ci sono droghe o alcool o energia elettrica, tutto ciò che succede in questi festival è in piena armonia con la natura. 20160903_085722Musica in acustico, niente smartphone e solo gente che cerca contatto umano e un’esperienza che spesso non si dimentica tanto facilmente. Come sempre il problema in queste feste sorge quando diventano però un’abitudine e non più un evento speciale. Mi prendo i loro contatti, non si potrà mai sapere se ci incontreremo di nuovo. Dopo averli salutati, ci siamo fatti altre due ore e siamo entrati a Viterbo. Tutta la città oggi è in pieno fermento. La festa di Santa Rosa è qualcosa che tocca particolarmente i viterbesi. Le spoglie della patrona della città hanno già sfilato ieri sera per le vie del centro, questa sera in vece è il turno della sua macchina. Nient’altro non è che un baldacchino alto 30 metri e pesante 50 quintali, trasportato a spalla da 100 facchini vestiti in modo tipico, completamente in bianco, con una bandana in testa e una fascia rossa in vita. Il sodalizio tra loro e la festa del 3 settembre è un legame unico, tenete presente che mettono in gioco la loro  stessa vita per trasportare la macchina della santa lungo le vie della città. Quando arriviamo all’ostello Domenico, l’esperto ospitalero, è appena arrivato e ci apre subito la porta, ci consiglia di andare immediatamente a farci la doccia e di lavare i panni di modo da poter vedere la benedizione dei facchini che avverrà tra breve nella chiesa della Santa Maria Liberatrice, dietro alla quale noi dormiamo. Poco dopo arrivano anche Grazia e Luciano.20160903_153911 E’ proprio lui che tutto a un tratto ci chiama e ci fa passare direttamente dal retro della chiesa per farci assistere allo spettacolo. I cento facchini entrano in chiesa tra gli applausi della gente e dopo aver ricevuto la benedizione cantano convinti, tanto da sembrare più una curva da stadio che un canto di chiesa. L’emozione è enorme e l’atmosfera molto solenne. Quando escono mi rendo conto della passione e della fede che pervade i cuori di questi uomini perché mi rimane come un vuoto. Decidiamo di arrangiarci una insalatona al supermercato per la cena per non rischiare di rimanere bloccati dal flusso di persone che si muove per il centro storico in cerca del posto per assistere questa sera alla processione. Per chi non ha mai vissuto questa cosa non può capire, qui sembrano tutti impazziti, eppure la fede che muove tutto questo è davvero qualcosa di incredibile. Passiamo il resto del pomeriggio all’ostello, chi scrive, chi parla con gli ospitaleri. Mi faccio dare dei consigli da Domenico per il tragitto della variante cimina per arrivare a Sutri di domani. Poi scherzo e parlo un po’ con Grazia e con Luciano. Queste tre persone sono di una genuinità unica, il loro lavoro come volontari ha dato accoglienza a moltissimi pellegrini nell’arco degli anni. Già due anni fa ero passato di qui e ci ho tenuto a farlo anche quest’anno perché mi sembrava giusto che anche le ragazze e Andrea li conoscessero. Loro tre (e Andrea che oggi è in ferie) fanno parte delle persone che rendono la Via Francigena un posto speciale. Esattamente come Franco e Immacolata. Ognuno di loro, a suo modo, ci mette passione e impegno e, se oggi la Via ha avuto l’evoluzione che avete notato, lo si deve anche a loro. La sera dopo cena corriamo in piazza per vedere passare la macchina, ma com’è ovvio i posti migliori sono già tutti occupati, la cosa un po’ mi innervosisce, ma che ci posso fare? La vediamo passare nascosti in una vietta laterale ad una piazza e appare a noi nel suo candore maestoso per pochi secondi, quelli abbastanza per lasciarci a bocca spalancata. Quando rientriamo gli altri vanno tutti a letto, mentre per me arriva il momento di scrivere. Poco dopo la mezzanotte ecco che i fuochi d’artificio colorano il cielo di mille colorate scintille, credo sia arrivata l’ora di andare a dormire anche per me. Grazie Domenico, grazie Grazia, grazie Luciano. Grazie Viterbo e grazie viterbesi per avermi fatto vivere l’ennesima esperienza unica su questo cammino.

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Evviva Santa Rosa. Evviva.

D.

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