Via Francigena. Giorno 19 – da Berceto a Pontremoli

La luna splende nel cielo pieno di stelle. Ancora una volta sono le 5.00 e siamo già in cammino nel bosco, diretti verso il passo della Cisa. Angela, Roberto, Giuseppe e Silvia sono avanti di almeno già mezz’ora. Laura invece dietro di noi sta facendo molta fatica, la giornata di ieri le ha lasciato qualche strascico. Alberto è rimasto indietro insieme alle ragazze di Roma, la mattina ci mette un pochino a carburare. Fuori dal bosco raggiungiamo gli altri e i breve li lasciamo indietro. Come sempre siamo io e Ilaria. In questi giorni siamo affiatatissimi e devo ammettere che camminare mi è sempre più leggero. Abbiamo trovato il ritmo e il passo uguale, ridiamo, cantiamo e scherziamo su tante cose. Purtroppo quando arriva il momento dell’alba, essendo in mezzo al bosco, non riusciamo a vedere molto, ma alla fine la mia alba di questi giorni è il suo sorriso. Arriviamo all’ostello della Cisa, ma lo troviamo chiuso, almeno riusciamo a recuperare l’acqua da un rubinetto sul retro. in poco arrivano anche gli altri. Quando ripartiamo, noi ci portiamo di nuovo avanti. Il nostro passo veloce ci permette di respirare quello che desideravo da questa viaggio, la possibilità di sentirci un tutt’uno, corpo, mente e cuore.20160816_073111 Ci guardiamo spesso mentre camminiamo, gli occhi si parlano e la tranquillità tra noi cresce sempre di più. L’anno scorso in Portogallo una donna tedesca ci disse “trovatevi un partner che vive sulla vostra stessa lunghezza d’onda, con cui abbiate la possibilità di camminare INSIEME”. Arriviamo finalmente al passo e la felicità di essere arrivati ad uno dei punti più difficili di tutto il cammino si trasforma in euforia, scattiamo foto come se fossimo dei bambini, facciamo a gara a chi taglia per primo il traguardo. In cima al passo speriamo di trovare il bar aperto, ma anche qui nulla da fare. una vicina ci avvisa che aprirà solo alle 8.30. Sono circa le 7.40. Angela una volta qui ritrova un suo amico che le è venuto a portare un paio di scarpe nuove, il signor Paolo. L’abbraccio tra i due è immenso, tanto che lei si commuove, un po’ per lui, un po’ perché si sta rendendo conto che il suo lungo viaggio sta volgendo al termine. Quando arrivano anche gli altri decidiamo di aspettare l’apertura per prendere almeno il caffè e recuperare un po’ di forze per il proseguo della giornata. Nell’attesa saliamo alla chiesetta e alla porta Toscana della Francigena. Le confesso che siamo un’ottima squadra, che siamo arrivati fin qui, attraversando anche momenti difficili, ma affinando, proprio in quei momenti, la capacità per affrontarli. La strada spesso ti mette alla prova e superare queste prove con lei, mi da una grande consapevolezza di dove possiamo arrivare insieme. Caffè e focaccia per me. Cappuccio e torta per lei. Siamo pronti a ripartire. Ancora una volta ci stacchiamo e scendiamo per la statale 62 al nostro ritmo. Il sole ancora non è caldissimo e camminare su questa strada, anche se asfaltata, in mezzo al bosco è davvero piacevole. Il ticchettio delle bacchette di Ilaria ormai è diventato un suono abituale e scandisce ogni mio pensiero. Quando passavo di qui due anni fa, ero in preda a difficoltà fisiche e mentali. Fisiche perché lo zaino era molto più pesante, mentali perché dovendo affrontare tutto da solo, spesso mi sottoponevo ad un inutile stress. Condividendo la fatica, sembra essere tutto più sopportabile e il tempo passa notevolmente più in fretta. Ci mangiamo i km che separano il passo da Molinello in 2 ore abbondanti e, quando ci sediamo al bar, siamo ancora euforici per essere in forze e per la piccola impresa che giorno dopo giorno stiamo costruendo. 20160816_095836Guardiamola cartina della Via Francigena sulla guida e ci iniziamo solo oggi a rendere conto di quanta strada abbiamo già fatto, non in termini di km no, non è una sfida con noi stessi, abbiamo entrambi già fatto altri cammini nel quale abbiamo misurato la nostra forza singola, ma come coppia. Questo tipo di viaggio distrugge le coppie o ne rafforza il legame. Ciò che sta succedendo a noi e proprio questo, la presenza dell’altro accanto ti dà una forza indescrivibile. Dopo pochi minuti, il tempo di prendere un panino, arriva Marco, il ragazzo vicentino che avevamo conosciuto a Montale. Anche lui si aggiunge alla merenda ed inizia a raccontarci le sue avventure che lo hanno portato fino a qui da quando ci siamo separati. E’ bello ritrovare persone che credevi più avanti, o più indietro sul percorso. E’ come ritrovare vecchi amici anche se in realtà ci si è visti una sola volta. Pian Piano arrivano tutti, ma proprio tutti. Alberto, Laura, Roberto, Silvia, Giuseppe, Angela e Paolo. Mancano solo Livia e Sara. Proviamo a chiamarle e ci confessano di aver ancora sbagliato strada, infatti hanno seguito la statale della Cisa, seguendo due pellegrini conosciuti poco prima del passo. Dopo i Panini ci rimettiamo in marcia e il sonno mi rende ubriaco. Dondolo da una parte all’altra, faccio fatica a tenere gli occhi aperti e per di più il sole inizia a scottare. Ilaria mi aiuta in tutti i modi possibili. Mi continua a parlare, canta, mi porge le sigarette, ma continuo a sbadigliare. Sto iniziando a pagare le notti sveglio a scrivere. Quando arriviamo a Migneno ci fermiamo per un caffè e un ghiacciolo e un po’ la situazione si risolve. 20160816_134532Poco prima di entrare a Pontremoli avvisiamo la signora Gabriella del nostro arrivo, di modo che venga ad aprirci l’ostello prima delle 15.00. Una volta sistemati dormo per un paio d ore per riprendermi. Verso le 17.00 ci organizziamo per uscire a bere una birra e per fare la spesa per questa sera. Alberto ed io andiamo al supermercato con Paolo. Nonostante siamo uomini riusciamo ad arrangiare la cena per 13 persone con poco meno di 30 euro. Ci facciamo i complimenti da soli. Il grosso del merito spetta a lui, ma mi butto volentieri sul carro del vincitore in questa occasione. 🙂 La serata scorre veloce tra la parte in cucina e la cena. Caffè veloce in centro a Pontremoli verso le 22.30 e poi tutti a letto. Aspettate, tutti tranne me, che sono le 2.23 e sono ancora qui a scrivere.

Domani arriveremo ad Aulla dove ritroveremo Linda e Paul, i signori dall’Uganda. Spero vivamente che la tappa sia meno complicata di quella di oggi, ma sono sicuro che dopo pranzo il sonno mi coglierà ancora. Non ho paura, perché so che Ilaria che mi sarà accanto mi aiuterà. Ormai inizio a farci l’abitudine a camminare come uno zombie nell’ultima parte del percorso giornaliero, ma come potrei mai rinunciare scrivere?

Stanotte la luna è piena. E se non lo è completamente, lo sarà domani.

D.

 

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