Via Francigena. Giorno 64 – da Torre Canne a Ostuni

Non sempre bisogna seguire una guida. Non sempre le strade già battute sono le migliori, alle volte la strada ce la si deve cercare da sé. Non si finisce mai di imparare nella vita, soprattutto quando si è in cammino, soprattutto sulla Via Francigena.

Ieri nel tardo pomeriggio Paolino ha provato a chiamare il campeggio indicato sulla guida per capire se ci avessero potuto dare ospitalità per questa sera. Il proprietario gli ha risposto che ogni struttura ricettiva del paese è chiusa, di non dirigerci verso Torre S. Sabina perchè non avremmo di certo trovato nessuno disponibile ad ospitarci. Sapete ormai che non ci ferma niente e nessuno, così grazie alla mitica lista di Michele, siamo riusciti a trovare ospitalità ad Ostuni. Un po’ fuori percorso, ma sicuramente una meta più allettante rispetto ai minuscoli paesi sulla costa prima di Brindisi che vivono di solo turismo estivo. La sveglia è suonata presto come al solito, anche se ci aspettano solo quattro ore di cammino. Mi sono catapultato in spiaggia per vedere sorgere il sole dal mare.IMG_20161005_130711

È stata una di quelle foto che scatti prima con il cuore che con la macchina fotografica, una di quelle scene che ti rimangono dentro indelebili, tanta è stata la maestosità di ciò che ho visto. Tornato in stanza ho preparato lo zaino, dopodiché siamo partiti. La prima parte del percorso odierno era già prevista dalla guida a lato della super strada che porta verso Brindisi e poi Lecce.20161005_081446

Su una complanare quasi totalmente vuota abbiamo camminato per quasi due ore, lasciandoci alle spalle la parte più turistica, per poi addentrarci tra gli ulivi, in una Puglia che siamo stati abituati a vedere più a nord. Solamente che in questa zona gli alberi sono molto più vecchi e quindi hanno delle forme meravigliose.20161005_101853

Controllando il navigatore poi abbiamo svoltato a destra sulla piccola, ma abbastanza trafficata, provinciale che sale lentamente verso Ostuni.20161005_104259

Oggi ad attenderci c’è una sala scout. Un’altra di quelle notti da dormire per terra con il materassino e il sacco a pelo. Sono ormai un po’ di giorni che non ne passiamo una così. Ogni tanto fa bene, ti riporta con i piedi per terra dopo tanti letti e tante serate comode. Siamo arrivati in città molto presto, verso le 12.00, ed abbiamo avuto il tempo di girare tutto il centro storico.IMG_20161005_163645

Affascinantemente romantico, tutto bianco, vicoli torti e scalinate. Terrazze che allungano lo sguardo fino al mare.20161005_140526

Già il mare…forse è l’unico motivo per cui mi è spiaciuto allontanarmi dalla costa. Camminarci vicino ti dà sempre una grande energia, anche se con le nuvole di questi giorni lascia più quella sensazione che si ha dopo un sospiro, portando con sé quella malinconia che solo il mare d’autunno può dare. Verso le 14.00 recuperiamo gli zaini che ci hanno gentilmente tenuto in custodia all’ufficio informazioni e andiamo al nostro appuntamento con Francesco, il responsabile degli scout. Ci sistema in una piccola stanzetta sotto la chiesa della parrocchia di San Luigi e, come è successo ieri, ci dice che non vuole nessuna offerta per ciò che ci sta dando. Noi restiamo stupiti, due notti di fila senza pagare per dormire, ma dove mai può capitare? Solo sulla Via Francigena del Sud. L’ospitalità che anche oggi stiamo ricevendo è molto semplice, è vero, ma pensate che ci sono turisti che pagano fior di quattrini per passare uno o due notti in questa città. Anche in Ottobre avanzato.20161005_115715

Ci sistemiamo e ci laviamo usando il lavandino che abbiamo a disposizione. Poi prendiamo una birra al bar di fronte. Io sono stanco, i molti giorni di cammino iniziano a farsi sentire, soprattutto la mia faccia, tra la pelle bruciata dal vento e dal sole, inizia a mostrare le rughe sotto agli occhi di chi avrebbe bisogno di riposare a lungo. Così mi infilo nel sacco. Paolino invece va in cerca del posto che ci hanno consigliato per la cena. Quando mi risveglio è tutto buio. Non mi rendo subito conto di dove sono, anche perché con tutti i posti diversi dove sto dormendo da ormai più di due mesi, mi sento disorientato. Accendo la luce e riprendo coscienza. Mi sistemo al tavolino a scrivere e nel frattempo una gentile signora passa per regalarci biscotti e qualcosa da bere. È stata avvisata della mostra presenza da Francesco e ha voluto aiutarci in qualche modo. Quando torna Paolino mostro a lui i doni che abbiamo ricevuto e sul suo viso compare un sorriso largo, “che ospitali che sono qui” aggiunge. Usciamo per la cena e finalmente questa sera ceniamo come si deve, senza però spendere tanto.20161005_194507 Rientriamo che è già ora di mettersi nei sacchi a pelo, domani ci aspetta una giornata molto lunga e molto faticosa fino a Brindisi. Non sarà facile, ma ce la faremo. Quello che ci spinge è che da domani mancherà solo una settimana. L’ultima settimana di cammino, di un lungo cammino, che se ci penso ora a quando sono partito e a quanto ero diverso quasi mi commuovo di già. Auguro a tutti voi di poter passare un’esperienza come quella che sto facendo, vi auguro di poter ammirare nel più lungo dei vostri silenzi le meraviglie del nostro paese e di potervi rendere conto del gioiello nel quale abbiamo avuto la fortuna di nascere.

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Manca una settimana, una sola.

D.

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